venerdì 24 febbraio 2012

Relativismi anagrafici.

Qualche sera fa, un amico mi raccontava di una sua frequentazione brevemaintensa con una occasional lover di 21 anni.
 In prima battuta, mi è venuto da pensare che i miei evidenti 33 sono solo un apostrofo rosa tra le parole Nato a  e Residenza della carta d'identità e che anche il mio spirito è fresco e spensierato come quello di un giovane in fila dalle quattro di pomeriggio davanti ai cancelli di un concerto che inizierà soltanto cinque ore più tardi. Invece, subito dopo, mentre ancora parlava, i miei ultimi dieci anni mi sono pesantemente caduti addosso, per frazioni di secondo dense come la popolazione di Città del Messico. E, più che vedere il film della mia vita mentre il mio aereo precipita, ho rivissuto tutti gli anni duemila sulla sedia di una cucina, attraverso le voci di sconosciuti, amici e nemici che si sono relazionati a me.
 "Chiamava per l'annuncio?"- "Con la presente la proclamo dottoressa"-"Guardi, signorina, che la prossima volta saremo costretti a protestarla"- "Giuro che stavolta non ci ricasco"- "Corri, lui vuole picchiarmi e mi sta facendo paura"- "Ho scoperto che è sposato e ha due figli", "Nonno è caduto e non si rialza più"- "Non voglio fare l'amniocentesi"- "Sono incinta!"- "Mi ha chiesto di sposarlo, ma non sono sicura. Che faccio?"- "L'abbiamo portato dal veterinario, ma non ce l'ha fatta"- "Mio padre sta malissimo. E pensare che fino a un mese fa passeggiavamo insieme"- "Francè, daje 'n po' du' scatoloni del reparto frutta a 'sta ragazza, che deve fa' er trasloco"- "Vado in Africa"- "Ho vinto l'assegno di ricerca, credo che in Italia non tornerò"- "Mi racconti una favola dopo che abbiamo giocato?"- "Il bambino è al pronto soccorso e nessuno ci sta capendo niente"- "Quando ho scoperto di essere gay ho pensato di uccidermi"- "Non ho soldi"- "Mi si è cappottata la smart, sono viva per miracolo"- "Sarè, io non ti amo più"- "L'azienda ha chiuso e sono tornato da mamma"- "Sono stanca"- "Lui ha un'altra"- "Lei ha un altro"- "Se n'è andato da dieci anni, ma è come se fosse ieri".

Ok, non ho più ventun anni. Però ancora me la cavo a smanettare con il cellulare, mi piacciono Rihanna e Lady Gaga e so a memoria tutte le puntate dei Simpson (per inciso, i miei preferiti sono Lisa e il commissario Winchester).

Per la giornata di oggi, amici della bilancia, il nostro non fallibile Branko ci invita a stare in guardia: saremo tutti preda di una gelosia incontrollabile. Il che sottintenderebbe la presenza di una persona su cui sfogare il proprio senso del possesso che fu prealessandrino.

...

Forse ci sono previsioni astrologiche che possono indistintamente riferirsi, oltre che a nomi specifici, anche a cose, città, animali e piante.
Mi toccherà guardare torvamente tutti gli amici interessati ai miei gatti o al gelsomino sul balcone di casa.


venerdì 17 febbraio 2012

Macelleria sociale. Come precludersi uno o più Valentini.

Mentre ragionavo sul perchè non abbia mai festeggiato San Valentino (giungendo alla conclusione che i festeggiamenti mancati non dipendevano tanto dal mio atteggiamento intellettualmente distaccato da certe ricorrenze commerciali, quanto piuttosto dall'assenza cronica di un cristiano che mi comprasse una rosa made in Bangladesh e mi portasse a cena quel giorno), ho valutato che scarseggio in appuntamenti perchè sono la prima nemica di me stessa.
La mia direzione si riserva una rigida selezione all'ingresso che non mi consente alcuna facile compagnia eterosessuale maschile singolare (salvo poi raccomandarmi al peggiore dei luciferi ben vestiti, ai quali finisci per dare ragione su tutto, pur di garantirti in esclusiva il loro sorriso magico).
Ognuno di noi, infatti, ha delle intolleranze a cose effimere che, se manifestate al momento sbagliato (cioè all'inizio, quando sei ancora in fase messaggistica e prima di rispondere pensi per un quarto d'ora alla tua frase d'effetto -scritta e cancellata svariate volte- , giustificandoti però dei minuti trascorsi con uno "scusami se non ti ho risposto subito, ma al lavoro oggi è un inferno"), possono davvero sancire la fine.
Io, per esempio, ho difficoltà a condividere una cena o un cinema con: chi 1) scrive il nesso -ch- con la K; 2) abbonda impropriamente di punti esclamativi (i punti esclamativi, diceva Moravia, sono applausi fatti a se stessi. Non peccherei d'immodestia già al primo sms); 3) allunga oltre misura le vocali in fine di parola (es. "Ciaooooo". No); 4) digita bhe invece di beh, per iniziare una frase; 5) usa più (o meno) di tre puntini di sospensione.
Da questo Sillabo si evince che praticamente non mi si può scrivere un messaggio al volo mentre si è fermi al semaforo, perchè io non avrò quella razionalità tipicamente maschile di pensare "le sue sgrammaticature dipendono dal fatto che certamente ha scritto il messaggio al volo, mentre era fermo al semaforo". Ma valuterò immediatamente di avere avuto la prova che lui non è l'uomo per me, che questi errori di punteggiatura sono le prime avvisaglie di un amante dei libri di Fabio Volo e delle lezioni di cinema italiano spiegato da Brizzi. Finiremmo per litigare per il fatto che a me piace la programmazione del Greenwich e a lui quella del Warner Village, che io amo la bossa nova e il jazz, mentre lui è un appassionato degli anni Ottanta. Tutto questo, ovviamente, solo in virtù di una virgola sbagliata perchè, magari, è scattato il verde. Rendiamoci conto.

Un giorno tutti questi insulsi paletti mi soffocheranno. Come puntelli di frassino piantati nel cuore.
E poi dici che non ho accompagnatori per San Valentino.

Per la giornata di oggi, amici della bilancia, Branko ci suggerisce di concentrare le nostre energie sulla famiglia d'origine.
Leggi: di questi tempi, se volete che vi sia donato un fiore, chiedete ai vostri genitori.

mercoledì 8 febbraio 2012

Ed io non sarò più una Capuleti.

Vi è mai capitato di essere invitati ad una di quelle serate "giochi da tavolo difficili-pizza-birra-noccioline-toblerone-risate" in cui condizione essenziale per vincere è la perfetta commistione di cultura e riflessi pronti, mentre voi notoriamente difettate di entrambi?
A me sì. E, generalmente, non vinco mai. Anzi, vi dirò di più, faccio cadere in fallo la mia squadra proprio sulle materie che dovrebbero essere di mia stretta competenza, dando a tutti l'impressione (fondata) di aver frequentato l'università soltanto per entrare nel fichissimo giro dei concerti a cinquemila lire o per imparare l'arte del tresette (cosa che effettivamente è accaduta. Dunque oggi so contare con perizia carte e punti, ma non ho la più pallida idea di chi sia Callimaco).
Mi sono interrogata sullo spiacevole fenomeno e ho capito che tutto questo accade perchè la mia RAM è decisamente a capienza limitata. Nel senso che se necessito di conservare in memoria una serie di informazioni sul periodo medio-lungo, ho bisogno di far loro posto togliendo qualcos'altro. Conoscenze per sottrazione che io spaccio a me stessa per "cultura in continuo restyling".

Per quale motivo, dunque, non ho saputo conseguire nessuna delle lauree marroni o gialle stavolta?
Perchè da un mese a questa parte, per fare colpo sul proprietario del nuovo negozio di animali dove mi rifornisco di croccantini per i miei felini, sto interrogando San Google sulle proprietà organolettiche del patè al salmone e sui vantaggi di unire in una sola scatoletta pesce e carne. Lo scopo conclamato è quello di tornare in quella affascinante bottega e dare sfoggio della mia cultura pseudo veterinaria (imparata a memoria in una notte).
Inoltre, in nome di un sorriso dalla perfetta dentatura, sarei pronta a rinnegare mio padre, dimenticare il mio nome e a non essere più una Capuleti. Avete presente quando vendete in saldo la vostra anima e il vostro sistema di valori? Ecco. Nel caso specifico: sono sempre stata contraria alla vendita di animali, i piccoli amici dell'uomo vanno salvati dai canili o dalla strada e non mercificati, no alle pellicce, no alle borse di coccodrillo, abbasso il patè d'oca, lunga vita alle foche. Ma, sarà perchè sono della bilancia e dunque un'esteta, adesso, in quel negozio, causa un paio di occhi verdi e quella barba di qualche giorno che vince tutti i pregiudizi, mi ritrovo a definire GENIALE il business dei conigli nani, che sono gli animali da compagnia del futuro, anallergici e poco impegnativi (non è vero: so da fonti accreditate che decine di cavi usb sono stati sacrificati alla dentatura del domestico dio coniglio. Inoltre si dice che chi li possiede si penta presto della loro anaffettività codarda).

La verità è che, in virtù di questo principio (che, del tutto convenzionalmente, chiameremo "disistima nei confronti della propria personalità e degli interessi ad essa correlati"), negli ultimi 15 anni sono diventata fan accanita di -in ordine sparso-: heavy metal, manga giapponesi, chimica inorganica, vini del Collio, Tiger Woods, Formula Uno, letteratura fantasy, autoricambi, orsa maggiore e orsa minore, guerra di secessione, spinning, George Lucas, pallacanestro, teatro dell'assurdo, sistemi operativi, jambè.
E, attenzione: molte di queste enciclopediche conoscenze non sono valse neanche a farmi ottenere un primo appuntamento.

Con voce rassicurante, Branko ci suggerisce che per gli amici della bilancia questi saranno giorni di importanti riconoscimenti professionali. Mal che vada otterrò un impiego nel settore del mangime secco. 








giovedì 2 febbraio 2012

COSE CHE SFUGGONO AL NOSTRO CHARME. Esperienze personali.



1) L'incresciosa permanenza di resti di spinaci tra i vostri denti, mentre con la conversazione cercate di farvi belli con l'interlocutore che avete accanto (già pavoneggiarsi discettando del cartellone invernale del Nuovo Sacher è ridicolo, figuriamoci farlo con frammenti di un tramezzino proletario tra gli incisivi. E' evidente che l'ingresso nel fantastico mondo dei salotti radical-chic romani vi è precluso per sempre).

2) L'incontro fatale con l'uomo della vostra vita al supermercato (e vai! E' alto, bello e come voi ama i Pan di Stelle. Andar d'accordo fin dal primo mattino è fondamentale. Già vi immaginate mentre fate colazione con lui, con sottofondo di bossa nova e un'atmosfera allegra. E non dovrete fingere, questa volta, che vi piace iniziare la giornata con un centrifugato e un caffè veloce).
Ovviamente, voi siete struccate, avete forcine sfuse in testa (tanto scendo solo a prendere due cose, chi mai dovrò incontrare) e, sotto il cappotto aperto, quella tuta grigia che vostra madre aveva ostracizzato già anni fa, quando ancora abitavate con lei. Se le aveste dato retta, ora non vi trovereste in questi imbarazzanti panni e sareste a pieno titolo la spigliataironicaglamour donna ideale di questo turista del reparto biscotteria secca.
Invece lui non vi guarda affatto e certamente consumerà i suoi Pan di Stelle con un'altra (probabilmente ben più curata) ragazza.

3) Ineleganza più che mai recente.
Interno giorno. Anzi, interno ascensore. Neon. Sono dentro. Si stanno per chiudere le porte e non è salito ancora nessuno. Già pregusto i miei cinque piani di specchiamento- ripasso lucidalabbra- sistemazione capelli- aggiustamento calze calanti (il personaggio di Clark Kent che si trasforma in cabina telefonica è certamente ispirato ad una sconosciuta segretaria del 6' piano). Ma il sogno si infrange rapidamente, perchè sento dei passi affannosi tentare di raggiungere il vano prima che le porte automatiche si richiudano.
Ora, in questi casi, tu che sei dentro dovresti collaborare, semplicemente premendo il tasto "riapertura porte", ma naturalmente nella concitazione vado in panne e sento addosso la stessa responsabilità morale dell'eroe che deve decidere se tagliare il filo rosso o il filo blu. Non vi è alcuna differenza tra me e Indiana Jones alle prese con il recupero del suo cappello mentre rischia di essere murato vivo.
E' solo il tasto di un ascensore, è vero, ma mi sono sempre presa troppo sul serio. Spingo la prima cosa che mi capita, pur di intervenire tempestivamente. Ovviamente il tasto da me selezionato è "chiusura porte". Il sensore dell'ascensore non è particolarmente reattivo e la persona che dovevo agevolare subisce invece una spallata da anta automatica scorrevole che neanche durante i placcaggi del Sei Nazioni.
Inutile dirvi che il malcapitato in questione ha una qualifica pari a "super direttore megagalattico".

Per la prima metà di febbraio, amici della bilancia, Branko ci suggerisce di concentrarci sul lavoro. Lo farò, ma giuro che fino a marzo uso solo le scale.









mercoledì 1 febbraio 2012

Avete presente quando cercate come ossessi gli occhiali che in realtà avete sulla testa?
O quando frugate in borsa alla disperata ricerca del vostro i-phone in comodato d'uso (disperata, sì. Infatti in un attimo vi passa davanti il film di tutta la vostra vita, tutte le fondamentali foto che non avevate salvato e il numero di quel ragazzo interessante che non rivedrete mai più per aver rimandato ancora una volta il backup. Pensate che non è la prima volta che siete i nemici numero uno di voi stessi, che avete la tendenza a piangere lacrime amare quando è troppo tardi, che vostra madre aveva ragione quando vi rimproverava di non essere previdenti, che il vostro telefono in questo momento è in uso alla malavita organizzata e che non avete idea del mistico luogo in cui avete conservato il codice IMEI), accorgendovi subito dopo che no, il cellulare non sta per essere usato a favore del narcotraffico, ma è semplicemente nella vostra tasca, dove lo avevate messo voi stessi?
Ecco, questi sono i tipici accadimenti di chi vive distrattamente, con il naso all'insù. Esattamente lo stesso atteggiamento che ho io nei confronti del mio motorino, in particolare nei confronti dello stato del mio serbatoio.
Stamattina anche una sognatrice ottimista come Amélie Poulain mi avrebbe dato della cretina non appena lo scooter si è fermato.
E' sempre una bella esperienza spingere un motorino sotto la pioggia fino al distributore più vicino (vicino? Ah ah ah). Naturalmente la previsione di Branko per oggi, amici della bilancia, era la seguente: "sarete eleganti e sofisticati". Il benzinaio che mi ha vista con i capelli appiccicati al viso sudato e con le mani sporche avrà certamente pensato che le previsioni astrologiche possono sbagliare.

Ora vado. Ho appena promesso alla figlia di un'amica che l'avrei aiutata con una versione di greco, ma sono totalmente dimentica di cosa sia l'ottativo e devo fare in modo che lei non se ne accorga.
Che poi, mi dico: possibile che la mia formazione umanistica emerga soltanto quando non so gestire calcoli elementari e alla cassa non riesco a capire al volo quanto resto mi spetti?