giovedì 1 marzo 2012

Segreti e bugie.



Una volta un amico, incaricato di comprare un regalo collettivo per una trentenne in procinto di festeggiamento, mi disse: “Sai, alla fine abbiamo deciso di non prendere più il regalo da Intimissimi, perché non avevano il coordinato con quelle culotte chic che le piacevano tanto. E si sa che voi donne vi sentite a disagio se non indossate un intimo coordinato, giusto?”.
Impossibile che in quel momento non mi si visualizzasse prontamente davanti l’ologramma del mio cassetto biancheria: un tripudio di assurdità scoordinate in assetto post-atomico, di fronte al quale anche Gil Grissom deporrebbe le armi.
Assurdità che, peraltro, se non ho un appuntamento galante in vista (e, a questo punto, scatta immancabile un rumore di vento e di balle di fieno che rotolano nel Far West. Ennio Morricone ride beffardo sull’arso suolo della mia vita privata), mi mescolo addosso come fossi un Pollock ambulante. Pura body art dell’imbarazzo, in cui mutande della nonna di dubbio gusto (culotte chic? Sì, come no) si sommano ad anonimi reggiseni (che, per la cronaca, viste le mie misure, assumono un valore meramente figurativo). Maglie della salute degne di una vecchia operaia della Germania dell’Est si giustappongono ad un immancabile paio di calzini della Adidas (che invece sono il mio personale tributo alla Germania ovest), secondo il preciso e stridente codice binario scuro-chiaro-scuro-chiaro (anzi no: scuro-grigiastro-scuro-grigiastro. Le mie lavatrici ultimamente abusano in democrazia e accolgono al loro interno qualsiasi tipo di capo -bianco o colorato- senza alcuna selezione all’ingresso).
Una volta vestita, sono pronta per iniziare una di quelle classiche giornate in cui pregherò Dio di non rimanere vittima di tamponamenti o guai stradali. E non certo per questioni di salute, quanto per non rischiare di essere smascherata dal personale dell’ambulanza, alla cui discrezione voterò tutta la mia speranza (già mi immagino ad insistere affinchè sul referto venga inserita la voce “perizoma” nella sezione indumenti).

Davanti al mio amico, dunque, ho vissuto tutto il peso di una profonda responsabilità morale: pillola rossa o pillola blu? Dura verità o comodo pisolino pomeridiano nella menzogna?

Se avessi vuotato il sacco, avrei screditato l’intera categoria femminile. Svilito per sempre un cromosoma -X- che per anni aveva resistito indomito nel mito del proprio fascino, non solo d'occasione, ma anche casalingo. 
Non potevo, sarebbe andato contro tutti i miei principi.

Per cui, ho risposto l’unica cosa che una vera Xena the warrior princess con senso dell’onore avrebbe dovuto dire: “Sì, effettivamente, indossare un intimo non coordinato è un’evenienza –tra l’altro rara- che per noi donne può essere fonte di disagio. Avete fatto bene ad andare da Feltrinelli per il regalo, alla fine”.

Ragazze amanti della Germania Est e Ovest, il vostro segreto è salvo (seppure, dopo questo post, non il mio).


Per la giornata di oggi, Branko predice una “occasione fortunata” (giuro). Spero che si riferisca al lavoro o al gioco d’azzardo, perché al momento, visto il mio cassetto, non posso permettermi di sfidare tanto la sorte su altro.

1 commento:

  1. Ma di fatto questa preoccupazione del coordinato credo sia più una fissa femminile...son sempre più convinta che il genere umano xy non ci faccia per niente caso...xxx
    Sorprendente Sara

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